Nella seconda metà del 2020 gli investitori dovrebbero aspettarsi recuperi più irregolari nei mercati azionari e nel credito. Ulteriori guadagni dipenderanno dall'andamento del coronavirus e dalla ripresa economica. Le performance irregolari creano potenziali opportunità per aggiungere valore, ma richiedono un'attenta analisi.
La sostenibilità del rally nei mercati azionari e nel credito dipenderà dalla traiettoria del coronavirus e dalla forza della ripresa economica.
La pandemia sembra aver accelerato la crescita e il potere di mercato delle principali piattaforme tecnologiche da diversi anni.
È probabile che il credito corporate offra le opportunità più interessanti agli investitori, ma l'ampia dispersione richiede selettività.
Riteniamo che la pandemia possa esacerbare i rischi politici in alcuni Paesi e indurre una nuova rivalutazione della "corporate finance" e della "supply chain".
Da quando il coronavirus ha cominciato a diffondersi nel mondo, l'uso di stimoli fiscali e monetari ha permesso ai mercati di evitare il peggio. Almeno all'apparenza. Tuttavia, poiché le economie si riapriranno gradualmente, riteniamo che una ripresa sostenuta dipenderà in gran parte dal controllo del virus dalla seconda metà del 2020 in avanti. "Con la riapertura delle economie, gli investitori dovrebbero prestare molta attenzione alla possibilità di una seconda ondata di infezioni", avverte Robert W. Sharps, Chief Investment Officer (CIO) del gruppo e responsabile degli investimenti. Le aspettative che un vaccino possa essere sviluppato e somministrato in tempi relativamente brevi forse sono troppo ottimistiche, aggiunge. Non è neppure chiaro quando potrebbero essere disponibili terapie farmacologiche efficaci. "In tal senso c'è una visibilità molto limitata".
In un contesto di incertezza, è probabile che ci sia disomogeneità tra i rendimenti delle asset class nei diversi Paesi, settori e industrie, e questo, con una giusta strategia d'investimento, offre il potenziale per una creazione di valore; ma per individuare le opportunità e gestire il rischio c'è bisogno di un'analisi approfondita. "Gli investitori dovranno scavare a fondo per trovare i primi segnali di ripresa a livello locale", afferma Mark Vaselkiv, CIO fixed income.
In questo contesto, le metriche di valutazione potrebbero essere particolarmente difficili da interpretare, avverte Justin Thomson, CIO international equity. "Le valutazioni aggregate del mercato non sono mai state così insignificanti a causa dell'enorme biforcazione tra aziende che si trovano dalla parte giusta del cambiamento e quelle che sono dalla parte sbagliata". "È una situazione molto diversa dal boom tecnologico di 20 anni fa", sostiene Thomson. "I vincitori di oggi sono supportati da un flusso di cassa superiore e bilanci ricchi di liquidità".
Chief Investment Officer, International Equities
Justin Thomson è Chief Investment Officer per la divisione International Equities e Lead Manager per la strategia International Small-Cap Equity.
Head of Investments, Group Chief Investment Officer
Rob Sharps è il Co-head Global Equity e Group Chief Investment Officer.
Chief Investment Officer, Fixed Income
Mark Vaselkiv è Chief Investment Officer per la divisione Fixed Income.